Flaviano Capriotti Architetti firma le Suite di Park Hyatt Milano
Un omaggio a Milano, alla sua storia e al suo carattere borghese: l’architetto Flaviano Capriotti riprende l’eredità dei Maestri del dopoguerra e i materiali della tradizione interpretando con autenticità lo spirito di un hotel iconico e disegnando ambienti il cui lusso è sussurrato, discreto, senza tempo.
Nella cornice ottocentesca del Park Hyatt Milano - hotel cinque stelle lusso a due passi dal Duomo, con accesso diretto alla Galleria Vittorio Emanuele II - Flaviano Capriotti Architetti dà vita a un racconto contemporaneo sull’eleganza milanese, firmando il progetto delle nuove camere, tra cui meritano una menzione speciale le tre Signature Suite - Duomo, Montenapoleone e Brera - e le Suite Solferino e Fiori Chiari. Un intervento di riqualificazione estetica e funzionale degli spazi che ha visto coinvolte camere di diverse categorie e dimensioni, che esprimono in carattere, servizi e fascino il senso dell’ospitalità nell’altissimo di gamma.
Già autore per Park Hyatt Milano dell’esclusivo cocktail bar “Mio Lab” e del ristorante fine dining “Pellico 3”, l’architetto Capriotti per le nuove Suite attinge all’eredità e ai caratteri della modernità dei Maestri del dopoguerra. Valorizzando materiali della tradizione e prediligendo nuance neutre e morbide, dà forma a Suite accoglienti e confortevoli, in cui il lusso è sussurrato, discreto, senza tempo. Al centro del progetto ci sono Milano e la milanesità, a sottolineare il profondo legame del Park Hyatt Milano - che ha appena festeggiato i suoi primi vent’anni - con la storia e la cultura della città.
Il concept, suggestioni tra letteratura e design
Un racconto visivo che si snoda tra storia, design, letteratura e poesia: il progetto che ha portato alla realizzazione delle tre Signature Suite dell’hotel è nato da un intreccio di suggestioni.
«L’hotel si trova in un tessuto urbano piuttosto fitto, con una vista molto bella sulla Galleria, permettendo agli ospiti di vivere in un guscio, al centro della città, ma protetto dal mondo esterno», spiega l’architetto Capriotti.
La Suite Brera si trova al piano nobile dell’hotel, mentre le Suite Montenapoleone e Duomo, collocate al sesto piano, grazie ai loro terrazzi si aprono direttamente sul cielo in linea con gli altri tetti della città.
«Questo scorcio di azzurro, che a Milano ha delle varianti cromatiche uniche, dal ceruleo grigio al rosso ambrato, mi ha ricordato un passo dei “Promessi Sposi” nel quale Renzo, in fuga da Milano, si rifugia in un casolare in campagna e, svegliandosi la mattina si ritrova a vivere la luce dell’alba» - racconta l’architetto e prosegue - «ad accoglierlo c’è il cielo terso: un passaggio che ho sempre amato per la straordinaria capacità registica di Manzoni, che trasforma un testo scritto in un’immagine vivida e potente. Il senso di pace di quelle righe, circonfuso dall’amore per il panorama lombardo, è stato il punto di partenza nel viaggio che mi ha condotto alle Suite».
Le tre signature Suite: Duomo, Montenapoleone e Brera
Flaviano Capriotti Architetti delinea un progetto di grande profondità concettuale conservando intatta quell’idea di modernità borghese, sobria e raffinata, dove l’alta qualità dei materiali, oltre alla funzionalità e alla netta percezione degli spazi, hanno un ruolo chiave. Seppur distribuite su metrature diverse, le tre Signature Suite Duomo, Montenapoleone e Brera sono accomunate da un medesimo segno strutturale, materico e stilistico.
Entrando ci si trova immersi in spazi ariosi, avvolti da nuance morbide e accomodanti, dove i portali danno modo all’ospite di condurre lo sguardo sull’intera area degli appartamenti, i cui pieni e vuoti permettono un dialogo continuo tra interni ed esterni. È un materiale caldo e accogliente 2 come il legno massello di rovere scuro spazzolato a tracciare i vari ambienti, alternato al pregiato marmo Verde Alpi, in un gioco di equilibri che valorizza tessili e arredi tra cui - oltre alla maggior parte realizzata su disegno dell’architetto Capriotti - spiccano pezzi di design firmati da Franco Albini, Luigi Caccia Dominioni, Angelo Mangiarotti, Gio Ponti, Ignazio Gardella ed Enzo Mari.
In un rimando all’antica arte della lavorazione della seta, celebrata tra Milano e il Lago di Como, l’architetto ha scelto di rivestire le pareti delle Suite con carta da parati in seta color grigio perla, intervallandola a una boiserie in noce nazionale biondo, un materiale della tradizione qui utilizzato nella sua cromia naturale, morbida e opaca, per mostrare la vera essenza del legno. In tutte le Suite nuance neutre lasciano spazio ad occasionali tocchi di giallo e arancio, a ricordare le venature del cielo all’alba e al tramonto, con l’aggiunta ricorrente del verde petrolio, colore sobrio e sofisticato, molto usato negli interni milanesi, che ritroviamo in alcuni elementi d’arredo.
Un tema fondamentale è quello dell’illuminazione: “la qualità della luce ha un’importanza critica, deve essere calda e generare le ombre e gli accenti giusti: un sistema d’illuminazione non si dovrebbe percepire, proprio perché deve avvolgere gli ospiti in modo soffuso, puntuale e naturale”, spiega l’architetto.
Struttura e peculiarità delle Suite. Spazi, equilibri e terrazzi sulla città
Nelle Suite all’ultimo piano l’architetto Capriotti ha definito una zona ibrida tra interno ed esterno, disegnata per essere riconoscibile:
«il suo soffitto è in legno, a differenza degli altri presenti nell’appartamento, come se fosse una cellula di spazio esistente tra il dentro e il fuori» spiega.
Collocate al sesto e ultimo piano dell’hotel, le Suite Montenapoleone e Duomo sono dotate di terrazzi e soggiorni concepiti con ampie parti a veranda per poter godere anche all’interno della loro atmosfera rilassata. Ritenendo che “ogni funzione abbia bisogno del suo spazio, di simmetrie, di assi visivi”, l’architetto ha tracciato un layout chiaro e funzionale: da un lato nelle Suite si apre la zona living, dall’altro c’è l’accesso diretto ai terrazzi che, in pieno stile Park Hyatt, consentono all’ospite di vivere nel centro di Milano, ma con discrezione, trascorrendo serate all’aperto circondati da confortevoli sedute e divani oltre che da un verde rigoglioso.
La Montenapoleone si sviluppa su 180 mq, ha un terrazzo di 35 mq e con le due camere connettibili anch'esse con terrazzi la superficie della Suite raggiunge i 260 mq. La Duomo, che deve il suo nome alla vista che offre sulla Madonnina dal suo terrazzo di 30 mq, dotato di area relax e Jacuzzi, occupa una superficie di 130mq ed è posta in connessione con un’altra Suite con terrazzo e con una camera di circa 40 mq.
La simmetria razionale degli spazi, con i portali al centro delle stanze, viene meno solo nell’area che divide il salotto dalla sala da pranzo, per far spazio ad un camino bifacciale, con un lato concavo in bronzo ed il retro in marmo. La maestria del design italiano si ritrova in pezzi come le librerie di Albini, le poltroncine di Caccia Dominioni, le consolle in marmo di Mangiarotti, le poltrone di Gio Ponti, i tavoli di Enzo Mari.
All’ampia cabina armadio, dotata di vanity station con sedute in pelle, si aggiunge un bagno rivestito in marmo verde Alpi spazzolato in contrasto con il Bianco Venezia levigato. Un ambiente che fa da perfetta cornice ad una rilassante vasca da bagno, o nella steam shower, una doccia con una particolare funzione capace di ricreare il vapore di un bagno turco. Studiata con gli stessi tratti stilistici e la medesima impostazione, ma disposta invece al piano nobile dell’edificio, la Suite Brera - che si sviluppa su 100 mq di spazio - gode di soffitti alti e solenni di 4 metri.
Affacciata sulla cupola di vetro del cortile ottocentesco, cuore nevralgico della vita dell’hotel, la Brera offre una vista romantica e suggestiva. Ulteriore elemento in comune è l’approccio distintivo all’arte: nelle Suite si alternano opere già acquisite dalla proprietà e nuovi acquisti che hanno puntato anche sull’italianità, con sculture di autori come Mattia Bosco, e opere pittoriche di Natale Addamiano e Santeri Tuori.
Poste anch’esse al piano nobile dell’hotel, le Suite Solferino e Fiori Chiari, sono comunicanti tra loro raggiungendo una superficie complessiva di 140 mq. Esattamente speculari tra di loro, le due Suite presentano gli stessi materiali delle tre Signature Suite, come il marmo Verde Alpi che decora le superfici dei bagni. La Suite Fiori Chiari è dotata di un balcone che affaccia su via Mengoni.