Flos presenta “Icons”: la visual story dedicata alla contemporaneità del design dei grandi maestri
Flos è lieta di annunciare la produzione di una visual story originale, dalla forte carica creativa ed espressiva, dedicata ad alcune tra le lampade più amate e identificative dello storico brand italiano di illuminazione di design.
Dal semplice ed essenziale titolo Icons, il nuovo esclusivo contenuto ha per protagonista una selezione di 12 lampade disegnate da grandi maestri del design, dalle origini del brand fino agli anni più recenti, che in virtù del ruolo iconico che hanno assunto nell’immaginario collettivo, possono a buona ragione definirsi icone.
Flos Icons: una visual story che vuole esprimere la contemporaneità e lo stile senza tempo del design di Flos
Nel rispetto delle attente scelte di comunicazione operate nel corso della sua storia, per la realizzazione di Icons Flos ha collaborato con professionisti d’eccellenza. Concepita e coordinata dalla Chief Creative Officer di Flos Barbara Corti, con la direzione artistica e graphic design di Omar Sosa di Apartamento Studios, la narrazione vuole raffigurare, negli splendidi scatti del visual artist catalano Daniel Riera, tutta l’essenza e il significato di contemporaneità che queste iconiche lampade di Flos sembrano rappresentare in modo perfetto.
“La volontà di pensare ad una rinnovata visual story per le nostre icone, ci ha costretto a pensare il perché fossero, dopo tanti anni, ancora contemporanee,” spiega Barbara Corti. “Lo abbiamo fatto fotografandole in architetture milanesi costruite tra gli anni ‘30 e gli anni ’60. Potrebbero essere sempre state lì o appena installate. In questa danza tra passato e futuro le abbiamo raccontate attraverso gestualità e prossemica di chi abita lo spazio, si muove, ci interagisce. Il design non viene indossato ma è un potente strumento intermediario tra noi e ciò che abitiamo. Le icone sono organi e strumenti di contemplazione del reale.”
Le lampade sono ritratte come protagoniste centrali all’interno di eleganti palazzi storici milanesi costruiti tra gli anni Trenta e i primi anni Sessanta. Dai materiali preziosi e dai dettagli unici di pavimenti, scale, pareti e soffitti degli interni, si riconoscono nomi importanti dell’architettura italiana, quali Renato Ferrari, Achille Luigi Ferraresi, Gio Ponti, Alberto Rosselli e Vito e Gustavo Latis. Dal dialogo tra la grande architettura di matrice italiana e il design industriale di maestri come Gino Sarfatti, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Tobia Scarpa, o i contemporanei Jasper Morrison e Michael Anastassiades, nasce così un gioco di linee e di geometrie in perfetta armonia, un’estasi di preziosità ed eleganza, che si traduce in immagini pure ed essenziali, potenti e raffinate, fortemente comunicative.
Gli oggetti di design non dialogano solo con l’architettura degli spazi. Attorno a loro, figure umane stilizzate passano e si muovono, in uno spaccato di vita quotidiana contemporanea, evocativa di un lifestyle prettamente italiano. Icons si sviluppa così in una serie di rappresentazioni visive giustapposte, a colori e in bianco e nero. Gli scatti a colori, in cui risalta la bellezza senza tempo degli oggetti di design, sono affiancati a istantanee in bianco e nero in cui la presenza e l’interazione umana definisce il tempo in cui viviamo e l’attualità del momento. Design, architettura, arte, grafica e cultura si combinano armoniosamente in immagini potenti e raffinate al tempo stesso, dalla forte carica evocativa ed emozionale.
“Ogni icona la vogliamo pensare come un’interfaccia tra sé stessa e il soggetto che ne fa uso e che rende questa interazione un momento di dialogo reciproco, una vera e propria conversazione che attraversa tempo, spazio, classi sociali e culture,” continua Corti. “Le icone portano vita dove essa non c’era, diventano oggetti universali, sociali, ci insegnano in questo percorso immaginifico che la forma, la geometria, la funzione non bastano da sole, sono l’uso e l’esperienza a renderle reali.”
ph. Daniel Riera
Le grandi protagoniste della storia dell’illuminazione
Fin dalla sua fondazione nel 1962, Flos è apparsa subito come un'azienda straordinaria, capace di creare forme di illuminazione innovative e destinate a divenire veri e propri archetipi industriali. A partire dalle sperimentazioni con l’utilizzo del cocoon di Artur Eisenkeil, un’inedita resina che veniva spruzzata in forma liquida intorno a una struttura metallica per ottenere lampade dalle forme poetiche e sorprendenti, alla creazione di prodotti rivoluzionari come la celeberrima lampada da terra Arco, disegnata dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Flos ha immediatamente guadagnato, e mantenuto negli anni, un’altissima reputazione per la produzione di oggetti poetici e d’avanguardia creativa.
Questa eredità eccezionalmente ricca ha spinto avanti il marchio in oltre sessant’anni di storia, preservando i valori delle origini: Flos continua ancora oggi a superare i suoi stessi confini e a creare icone eteree e senza tempo, collegando design e ingegneria con arte e cultura, con risultati potenti. Una visione ancora adeguata nel presente e destinata ad estendersi sempre avanti nel futuro.
Ed ecco le protagoniste del racconto di Icons: lampade uniche, frutto degli anni Cinquanta e Sessanta, ancora oggi star assolute del catalogo decorativo di Flos, come 2097, Luminator, Arco, Taccia, Taraxacum, Gatto, Snoopy e Biagio, e successivamente dei Settanta, come la geniale ed eclettica Parentesi, o degli Ottanta come l’eterea Taraxacum 88; fino ad arrivare ai successi più recenti, come le collezioni Glo-Ball e IC, che hanno conquistato il mondo al pari dei modelli storici, raggiungendo quel senso di familiarità proprio dei prodotti iconici. Prodotti che vivono nel nostro tempo con la stessa forza ed efficacia di quando sono stati creati, grazie all’abilità tecnica di Flos di sostituire ed aggiornare le fonti luminose preservandone con rispetto il design originale.
La visual story Icons ha un duplice compito: quello di restituire il senso della storia e la grande eredità del brand che ha fatto la storia stessa dell’illuminazione, e al tempo stesso di stimolare una riflessione sul significato di contemporaneità, sull’essenza e il segreto della longevità di queste icone, che si traduce fondamentalmente nella capacità di interpretare lo spirito del tempo. Questi oggetti sono la prova inconfutabile che il loro “good design” è giunto fino ad oggi in modo integro, senza perdere bellezza né valore.
“Questo lavoro mi ha permesso di avere un’inedita e più libera relazione con il passato, è stato un esercizio importante per ripartire dalla nostra legacy, mi ha fatto capire la potenza di questi oggetti, che portano l’intimo e il privato ovunque si trovano (anche se in questo caso sono applicati a dei possibili luoghi di passaggio e comuni). Sono oggetti che non hanno bisogno di marcare e descrivere la storia, proprio per la loro capacità di vivere il tempo in modo leggero e imprudente. Queste icone non distinguono più il passato dal futuro, che è un’attitudine proprietaria del design e parte fondante del DNA di Flos,” conclude Barbara Corti.
A supporto della narrazione visiva e come arricchimento del lavoro, Flos ha sviluppato un booklet con un breve saggio introduttivo a cura di Deyan Sudjic, pensato come tool di lavoro e prezioso omaggio per il pubblico e per tutti gli appassionati della storia del design.
“L’heritage di Flos è una ricchezza inestimabile, la cui valorizzazione costituisce uno dei pillars della nostra strategia,” commenta Matteo Luoni, Deputy CEO di Flos. “Rendere il senso della contemporaneità di queste creazioni straordinarie è stata una vera missione e sono orgoglioso del risultato che abbiamo raggiunto con Icons. Non c’è un aspetto nostalgico in questo racconto. Al contrario, Icons rappresenta la volontà di continuare a trarre ispirazione dalla nostra identità storica per guardare sempre avanti e sviluppare design che ponga al centro l’essere umano, il pianeta, e la cultura. Questo significa essere radicali oggi: saper gestire con grande senso di responsabilità, creatività e coraggio situazioni – tecnologiche, economiche, produttive – sempre più complesse e sfidanti.”
ph. Daniel Riera