MONOFERMENTS, una palette di materiali "semplicemente circolari"
Come tanti, durante il primo lockdown, ci siamo interrogati su cosa stavamo lasciando e trasmettendo ai nostri figli come coppia di professionisti e genitori. Sentivamo l'urgenza di ispirarli verso qualcosa di più nobile. Cosa potevamo fare da piccolo studio di architettura e interior quale siamo per condurre la nostra pratica di ogni giorno verso un nuovo modo di lavorare più circolare e sostenibile?
È questa la riflessione che ha portato gli architetti Elisa Evaso e Luca Guglieri di MONOSTUDIO ASSOCIATI all'elaborazione dell'ingegnoso progetto MONOFERMENTS. Una ricerca legata al riuso dei materiali di valore che ha condotto i due professionisti a bussare alle porte dei negozi vicino casa con una richiesta semplice: la consegna di spazzatura e scarti per realizzare una palette di materiali circolari, sostenibili e biofilici.
“Su un balcone avevamo gusci d'uovo del negozio di pasta fresca di fronte, fondi di caffè gentilmente donati dal nostro bar preferito e conchiglie del ristorante di pesce dietro l'angolo. Sull'altro balcone gli esperimenti di biomateriali a seccare e a volte ammuffire” raccontano Elisa e Luca.
Dopo le prime sperimentazioni gli architetti si presentano a due realtà imprenditoriali molto differenti ma che gli permetteranno di realizzare il materiale numero uno della palette, definita “semplicemente circolare”: due prototipi di piastrella per pavimento e tre per rivestimento di interni.
Antonio e Davide Benedet, proprietari di MIPA - leader europeo nella produzione della graniglia con sede a Ravarino (MO) – hanno subito compreso lo scopo di MONOFERMENTS. Accettano di condividere i loro scarti e lavorare su questo nuovo materiale “salvando” la polvere ed il macinato di marmo - già riciclati al 100% dalla lavorazione della pietra – che, come fondi dei sacchi, sarebbero comunque andati in discarica. I residui vengono così mescolati con gli scarti alimentari proposti da MONOFERMENTS.
Questo percorso di sperimentazione, produzione e condivisione di idee, durato otto mesi, incrocia anche la strada del ristorante tre stelle Michelin Osteria Francescana. La brigata risponde con entusiasmo alla richiesta di gusci d'uovo e fondi di caffè: grazie alla loro natura chimica e secondo gli esperimenti fatti, questi scarti interagiscono in modo interessante con il marmo riciclato e regalano poesia al materiale.
Negli otto mesi di sperimentazione gli architetti lavorano insieme a MIPA alle percentuali di marmo, caffè e guscio d'uovo mantenendo come legante un 20% di cemento ed attendendo i risultati dopo la pressatura e la stagionatura in cella dei prototipi. Il guscio d'uovo, essendo composto in maggior parte da carbonato di calcio, si inserisce perfettamente nell'impasto composto da polvere e granulato di marmo. Piccoli pezzi di guscio d'uovo spuntano dalle piastrelle: una valenza estetica di interessante imperfezione e un richiamo alla biofilia, alla natura e alla vita. I fondi di caffè pigmentano l'impasto e creano, grazie alla loro base acida, una reazione opposta di vuoti e piccoli solchi che favoriscono un aspetto materico. Per ultimo uno sguardo al design del prodotto, anch'esso in un'ottica di sostenibilità: la scelta condivisa di utilizzare uno stampo già presente nell'archivio MIPA, chiamato Nerone.
“Le piastrelle sono stonalizzate ed imperfette, questa è la loro forza. Immaginare un interno, una casa realizzata con questo materiale ci fa pensare subito alla connessione diretta con i nostri sensi. Oltre all'impronta materica visiva e tattile, stiamo lavorando anche ad una possibile e futura esperienza olfattiva del materiale.”
Il percorso di MONOFERMENTS è in continua evoluzione. Dopo la realizzazione del primo materiale, gli architetti sono già in fase di sviluppo di una pittura, una carta da parati, un parquet, un tessuto ed una lastra di vetro.
MONOFERMENTS si riscopre così un invito, una chiamata aperta alle aziende italiane di farsi avanti per sperimentare con MONOSTUDIO ASSOCIATI la nuova palette in un'ottica di business più circolare e locale.
Ph: Omar Sartor | Set design and styling: Elisabetta Bongiorni / Terzopiano