Castello di Miradolo ospita "Christo e Jeanne-Claude"
A poco più di due anni dalla scomparsa di Christo Vladimirov Javacheff, il Castello di Miradolo dedica a Christo e Jeanne-Claude, la coppia che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte e il suo processo di realizzazione, la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects.
Christo e Jeanne-Claude. Projects, espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero.
Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche.
Le opere di Christo e Jeanne-Claude, tanto inedite, quanto ardite e monumentali, fecero sempre molta fatica ad essere approvate ed accettate. Nel 1966 il permesso per il progetto Wrapped Trees, concepito per il parco adiacente al Saint Louis Art Museum, in Missouri, fu negato. Nel 1969 gli artisti immaginarono il progetto Wrapped Trees, Project for Avenue des Champs- Élysées and the Rond Point des Champs-Élysée a Parigi, anch’esso mai realizzato. Il progetto Wrapped Trees per Riehen (Comune alle porte di Basilea) è stato infine completato nel 1998 ed è il risultato di 32 anni di sforzi e attese. Nel parco intorno alla Fondation Beyeler, 178 alberi, alti da 2 a 25 metri, sono stati avvolti con 23 chilometri di corda e con 55mila metri quadrati di tessuto in poliestere intrecciato. Al 1968 risalgono i primi due edifici impacchettati: entrambi musei. Si tratta della Kunsthalle di Berna e del Museum of Contemporary Art di Chicago. Nello stesso anno, in occasione della quarta edizione di Documenta, la quinquennale esposizione internazionale che si svolge a Kassel, in Germania, Christo e Jeanne-Claude realizzano davanti al palazzo del Friedericianum, sede della mostra, 5.600 Cubicmeter Package, una gigantesca scultura gonfiabile alta circa 85 metri.
Nel 1974 a Roma il critico Achille Bonito Oliva organizza la grande rassegna “Contemporanea” a cui partecipano tutti i maggiori artisti internazionali. Christo e Jeanne-Claude realizzano una delle loro opere urbane più straordinarie: The Wall-Wrapped Roman Wall, che vede una sezione di ben 250 metri delle Mura Aureliane interamente coperta da tessuto di polipropilene legato da corde in Dacron. Nel 1985, undici anni dopo, The Pont Neuf Wrapped segna un nuovo intervento urbano che ha come protagonista il più antico ponte di Parigi, la cui architettura – in costante evoluzione - ha rispecchiato per secoli il carattere trasformista della città. L'intervento di Christo e Jeanne-Claude conferisce al Pont Neuf una nuova dimensione scultorea, continuandone dunque la tradizione della metamorfosi architettonica, trasformandolo per 14 giorni in un’opera d’arte.
Wrapped Fountain and Wrapped Medieval Tower (1968) sono le prime opere pubbliche realizzate da Christo e Jeanne-Claude in Italia. In occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto impacchettano una torre medievale e la Fontana del Mascherone del XVII secolo.
Per i dieci anni dalla fondazione del movimento del Nouveau Réalisme, Christo e Jeanne-Claude impacchettarono con un tessuto in propilene bianco e con corde arancio due dei principali monumenti scultorei di Milano: quello di Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo e quello di Leonardo da Vinci in piazza della Scala. Wrapped Monument to Leonardo e Wrapped Monument to Vittorio Emanuele II (1970) ebbero entrambi vita breve: rispettivamente due e sette giorni.
Wrapped Reichstag (1995), l'impacchettamento dello storico palazzo del parlamento tedesco a Berlino, ha visto Christo e Jeanne-Claude impegnati in un travagliato processo di approvazione del loro progetto durato oltre due decenni. Per la forte pregnanza simbolica dell'edificio questo è forse l’intervento urbano più significativo degli artisti ed è tra quelli che ha avuto la maggiore risonanza e il più forte impatto a livello mondiale. La facciata, le torri e il tetto sono stati ricoperti con 100mila metri quadrati di tessuto in polipropilene color alluminio legati con ben 16,6 chilometri di corde blu. Il lavoro è stato compiuto da 70 alpinisti professionisti e da 120 operai installatori.
Con Surrounded Islands (1983) nella Biscayne Bay di Miami, 11 delle isole situate nella baia furono circondate da oltre 600mila metri quadrati di tessuto fluttuante in polipropilene rosa che ricopriva la superficie dell’acqua e si estendeva per 61 metri da ciascuna isola nella baia.
All’alba del 9 ottobre 1991, alla presenza di Christo e Jeanne-Claude, furono aperti i 3.100 ombrelli alti 6 metri e con un diametro di circa 8,5 metri, a Ibaraki e in California.The Umbrellas (1991) intendeva indagare le somiglianze e le differenze nei modi di vivere e nell’uso dello spazio in due valli interne, una lunga 19 chilometri in Giappone e l’altra 29 chilometri negli Stati Uniti. In Giappone, la valle si trova nella prefettura di Ibaraki e comprende le proprietà di 459 proprietari terrieri privati e di agenzie governative.
3 luglio, il Lago d’Iseo è stato reinventato. Centomila metri quadrati di tessuto giallo dalia scintillante, fissati a un sistema modulare di pontili galleggianti composto da 220mila cubi di polietilene ad alta densità, ondeggiavano con il movimento dell'acqua, appena sopra la superficie del lago.
3 luglio, il Lago d’Iseo è stato reinventato. Centomila metri quadrati di tessuto giallo dalia scintillante, fissati a un sistema modulare di pontili galleggianti composto da 220mila cubi di polietilene ad alta densità, ondeggiavano con il movimento dell'acqua, appena sopra la superficie del lago.
The Gates (2005) è un cammino lungo 37 chilometri a Central Park, a New York: 7.503 “cancelli” alti quasi 5 metri e distanti tra loro circa tre metri e mezzo. Tutte le opere ambientali di Christo e Jeanne-Claude sono sempre state interamente finanziate dagli artisti stessi, attraverso la vendita dei disegni, dei collage e dei modelli in scala dei progetti in essere o passati. Tutti i progetti sono sempre stati liberamente accessibili al pubblico in maniera gratuita.
NOUVEAU RÉALISME
La prima sezione è dedicata al Nouveau Réalisme, importante movimento parigino del decennio 1960/70, con opere di Man Ray, César, Klein, Spoerri, Mimmo Rotella, Pierre Fernandez Arman e Raysse, che rappresenta l’incontro di Christo con il mondo e il contesto parigino ed europeo dopo gli studi a Sofia, Praga e Vienna. Il Nouveau Réalisme è formato da un variegato insieme di artisti di vari paesi, tutti con personalità forti e originali, che contribuiscono in maniera decisiva ad affermare pratiche di sperimentazione creativa libere e spericolate, con uno stretto rapporto fra arte e vita. I suoi protagonisti utilizzano materiali extra-artistici prelevati dal contesto della realtà quotidiana e hanno un’attitudine ironica e critica nei confronti della società dei consumi.
La loro arte è in presa diretta con le componenti ordinarie della scena urbana, pubblica e privata: dagli oggetti domestici usurati alle carcasse d’automobili e ai vecchi pezzi meccanici, dalle immagini dei rotocalchi ai manifesti pubblicitari affissi nelle strade, fino ad arrivare ai rifiuti veri e propri, abbandonati nei cestini o nelle discariche. Le pratiche operative tipiche del Nouveau Réalisme – in particolare gli assemblages e i collages – sono definibili “neo-dadaiste” in quanto riprendono l’ironia provocatoria e la casualità delle opere Dada. Christo e Jeanne-Claude sono amici di Restany e degli artisti del gruppo e hanno partecipato a varie esposizioni insieme, ma Christo non fu mai formalmente membro del Nouveau Réalisme.
Tra le opere esposte, Enigma II (1935) di Man Ray, un pacco legato e fotografato che propone un oggetto nascosto. Accumulation (1962) che si intitola ironicamente Due precauzioni sono meglio di una e Senza titolo (1972), un telefono frantumato dentro un blocco di vetroresina trasparente, del ciclo delle Colères di Pierre Fernandez Arman.
LAND ART
La seconda sezione pone in relazione i progetti di Christo e Jeanne-Claude, che hanno sempre rifiutato le etichette e le definizioni attribuite al loro lavoro, descrivendolo piuttosto come environmental art, con il vasto movimento internazionale della Land Art. Nata negli Stati Uniti, a cavallo tra gli anni 60 e gli anni 70, la Land Art ha avuto grande risonanza in ambito europeo e internazionale, dando vita a diverse “esperienze d’arte” che vedono come fulcro della loro riflessione e azione il rapporto dell’uomo con la natura e con il paesaggio. Significative le storiche opere di Richard Long, Hamish Fulton, Andy Goldsworthy, Giuseppe Penone, Germano Olivotto, Ólafur Elíasson, le fotografie originali di Gianfranco Gorgoni dei "lavori manifesto" della Land Art di Michael Heizer, Robert Smithson, Walter De Maria, Dennis Oppenheim e James Turrell.
Tra le opere esposte, le fotografie di Gorgoni, appunto, il più importante fotografo della Land Art che viaggiando in alcuni stati della parte ovest degli Stati Uniti ha fotografato le principali opere dei suoi protagonisti, a partire dalla Spiral Jetty (1970) di Robert Smithson, l’opera più rappresentativa e famosa della Land Art: una spirale lunga 460 metri e larga poco più di 4,5 metri, un molo di pietre basaltiche, cristalli di sale e in minima parte fango che, partendo da una costa del Grande Lago Salato nello Utah, negli Stati Uniti, si avvolge all’interno del lago. Il film Land Art di Gerry Schum, lo storico documentario realizzato tra il 1968 e il 1969 che testimonia sette performances (azioni) delle nuove realtà artistiche, inedite ricerche, in varie parti dello spazio e del tempo.
L’esposizione è accompagnata da un’inedita installazione sonora a cura del progetto Avant-dernière pensée che si sviluppa lungo il percorso espositivo. Nelle sale e nel Parco, parallelamente alla mostra, si articola, come di consueto, il progetto Da un metro in giù: un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d'arte e la realtà che ci circonda.