Presentato il Rapporto Restauro di Fassa Bortolo e Fondazione Symbola
Cento esperienze di innovazione, sostenibilità e bellezza, quelle raccontate in “100 italian architectural conservation stories”, il rapporto sul settore del restauro edilizio promosso da Fondazione Symbola e Fassa Bortolo, con la partnership di Assorestauro. Storie che oltre a dare lustro internazionale al nostro Paese, sono chiamate oggi a dare un contributo importante alla ricostruzione del più grande cantiere di restauro del mondo: quello dei crateri dei terremoti che hanno colpito il centro Italia.
Il mercato complessivo risulta consistente: nel 2019 in Italia ha superato il valore di 638 milioni di euro, stando all’analisi effettuata dal CRESME, riferita ai soli valori dei bandi pubblicati. Particolarmente ricco il segmento legato allo sviluppo di materiali e tecnologie innovative per la messa in sicurezza dell’edilizia storica.
Il rapporto non restituisce solamente una foto d’insieme del settore ma rappresenta anche un’occasione unica per mettere a sistema una filiera made in Italy fatta di competenze, tecnologie e materiali sviluppati dal mondo dell’impresa e da quello della ricerca e dell’Università. Restauri apprezzati e premiati in tutto il mondo. Non è un caso se nel 2020 il più prestigioso riconoscimento europeo, l’European Heritage Award e di recente il Grand Prix, hanno premiato un’esperienza italiana: l’intervento sulla Basilica di Santa Maria di Collemaggio distrutta durante il terremoto de L’Aquila. Un cantiere il cui valore risiede nelle tecnologie innovative impiegate e nell’aver tenuta aperta e in sicurezza, per tutta la durata dei lavori, la fruizione della Basilica. L’intervento è stato interamente sostenuto da Eni Spa e tra le aziende fornitrici di materiali si conta Fassa Bortolo.
Nel rapporto si dà spazio alle tante realtà che stanno sperimentando materiali e tecnologie per rendere più efficienti gli interventi di recupero, nonostante gli edifici in muratura non possano raggiungere le stesse performance delle costruzioni realizzate con materiali più moderni. Ad esempio nell’ambito del progetto WeACT3 di CIVITA, grazie al laser scanner 3D a colori sviluppato da ENEA, è stato possibile scannerizzare la volta di Pietro da Cortona a Palazzo Barberini (la seconda volta più grande a Roma, dopo la Cappella Sistina) a 18 metri di altezza, restituendo un modello 3D ad altissima risoluzione e nel rispetto dei colori originali, per verificare i precedenti interventi di restauro, l’eventuale presenza di infiltrazioni e micro-fessure, e pianificare i lavori di restauro per gli anni successivi.
Un’altra storia interessante è quella dell’illuminazione della Cappella degli Scrovegni a Padova a cura di iGuzzini illuminazione, leader nel settore dell’illuminazione architetturale. Il risultato è un “restauro percettivo” degli affreschi e un risparmio energetico del 60% rispetto al precedente impianto attraverso la pionieristica applicazione di IoT nata dall’integrazione tra LED, sensori ambientali e applicazioni software, in grado di calibrare la luce artificiale in base alle condizioni dell’illuminazione naturale.
Parla italiano anche il primo protocollo al mondo che certifica la sostenibilità nel recupero dell’edilizia storica, realizzato dalla sezione italiana di un’organizzazione internazionale, ossia il Green Building Council Italia, e i primi edifici al mondo ad essere certificati risultano le ex scuderie del Monastero benedettino della Rocca di Sant'Apollinare nei pressi di Spina (PG). Pratiche virtuose, che per la parte privata, possono oggi, a seguito della conversione in legge del Decreto Rilancio, essere moltiplicate grazie ai superbonus 110%.
Dal rapporto emerge dunque la forte sensibilità del nostro Paese verso l’edilizia green, dimostrata peraltro dal fatto che l’Italia è il secondo paese in Europa per numero di edifici certificati da protocolli energetico-ambientali (16 milioni di metri quadri di edilizia sostenibile). Oltre allo sviluppo di materiali e tecnologie innovative, il valore del prodotto finito di questa filiera è fortemente connesso ad altre due componenti: la specializzazione degli studi di progettazione e l’alta qualità delle maestranze.
“L’Italia, grazie al suo immenso patrimonio storico - commenta Paolo Fassa, Presidente di Fassa Bortolo - ha sviluppato una competenza unica nelle tecnologie e nelle pratiche dedicate al recupero e al restauro. La nostra Azienda ha contribuito all’evoluzione di questo know-how e vuole continuare a farlo, non solo attraverso investimenti tecnologici ma anche sostenendo ricerche come quelle di Fondazione Symbola, che grazie al racconto di queste buone pratiche contribuiscono al miglioramento dell’intero settore”.
Per visualizzare il Rapporto completo visita https://bit.ly/RicercaRestauroSymbola