Laurea Honoris Causa in Design Sistemico a Emilio Ambasz
Il riconoscimento arriva per il contributo che ha dato a un’idea innovativa di design, molto vicina a quella proposta dalla Scuola di architettura del Politecnico di Torino.
Argentino di nascita e cosmopolita nella vita, Emilio Ambasz è una delle figure progettuali più straordinarie della storia dell’architettura e del design a diverse scale.
Riconosciuto e celebrato in tutto il mondo come “precursore dell’architettura sostenibile”, Ambasz si è fatto interprete raffinatissimo di un messaggio di riconciliazione tra regno naturale e mondo artificiale, pioniere dell’oggi tanto declamata “green architecture” con idee, soluzioni e realizzazioni pluripremiate che, a distanza di decenni, rimangono al centro del dibattito della poetica e della disciplina progettuale. La sua filosofia, ispirata al Green over the grey (“il verde sopra il grigio”), è stata in grado di suggestionare alcuni dei più noti nomi dell’architettura contemporanea, da Renzo Piano a Jean Nouvel, a Tadao Ando.
Il Politecnico di Torino ha voluto oggi celebrare il genio dell’architetto Ambasz conferendogli presso il Salone d’Onore del Castello del Valentino la Laurea Honoris Causa in Design Sistemico.
Il Magnifico Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco ha consegnato la pergamena a Emilio Ambasz dopo la Lectio Magistralis dell’architetto, preceduta dalla laudatio del professor Sergio Pace e la motivazione del conferimento a cura della professoressa Elena Dellapiana, e dopo gli interventi della vicedirettrice del Dipartimento di Architettura e Design-DAD professoressa Silvia Barbero e del coordinatore del Collegio di Design, professor Cristian Campagnaro.
Al termine della cerimonia è stato proiettato in anteprima mondiale un frammento del film Green over Grey Emilio Ambasz, di Francesca Molteni e Mattia Colombo (Muse Factory of Projects, 2023)
Inventore e creatore di oggetti di grandissima portata, sorprendente varietà ed eccezionale successo – gli oggetti a sua firma sono in case, uffici e strade di ogni continente – Ambasz ha inoltre condotto una sua personale ricerca nel campo della progettazione industriale e meccanica per lo sviluppo di componenti e prodotti da cui è nata una incredibile sequenza di idee, frutto di oltre 220 brevetti industriali a suo nome. Membro onorario dell’American Institute of Architects e del Royal Institute of British Architects, Ambasz vanta un eccezionale palmares di premi e riconoscimenti internazionali.
In occasione della cerimonia, è stata allestita nel Salone d'Onore del Castello del Valentino una mostra pop-up, a cura di Elena Dellapiana e Alberto Serra, che raccoglie una selezione di una cinquantina di oggetti già presenti alla celebre mostra “Italy: the new domestic landscape” (1972) curata proprio da Ambasz al Museum of Modern Art of New York (MoMA), dove era curatore di Architettura e Design, portando alla ribalta mondiale il design italiano. La mostra ospita anche alcuni oggetti firmati da Ambasz stesso a testimonianza della sua visione del prodotto industriale: opere iconiche, oggetti innovativi, riconoscimenti internazionali, autorialità e curatela sono parte di una unicità progettuale, un estro creativo, un impegno morale e una sensibilità ambientale al centro delle motivazioni della Laurea Honoris Causa.
Nella laudatio, il professor Sergio Pace ha sottolineato le qualità di Ambasz:
“Una personalità complessa e multiforme, che ha saputo eccellere in tanti campi della vocazione di architetto, incarnando al meglio i ruoli di progettista, narratore, intellettuale e curatore, Ambasz non è mai stato un semplice ideatore di oggetti, un creativo puro, un banale ripetitore di trend alla moda. Piuttosto, ha scelto di occupare la posizione, spesso scomoda, di tecnico e intellettuale al tempo stesso, capace di integrare nel proprio pensiero, nelle proprie iniziative culturali e nella propria azione di progetto le istanze della produzione industriale con i principi del benessere umano”.
La professoressa Elena Dellapiana ha motivato la scelta di conferire la Laurea Honoris Causa ad Ambasz:
“Per il contributo che ha dato a un’idea innovativa di design, approfondendo gli aspetti del suo design sistemico vicino a quello proposto dalla scuola del Politecnico di Torino, fin dall’istituzione dei primi corsi di laurea in design oltre vent’anni fa. Tra arte e tecnica, tra scienze umane e STEM, tra infrastruttura e sovrastruttura, Emilio Ambasz non ha mai creduto ci fosse un divario incolmabile. È proprio quest’atteggiamento culturale aperto, imprevedibilmente radicale e disciplinato al tempo stesso, che l’ateneo è chiamato a premiare conferendogli una laurea honoris causa e, così, anche nel campo del design, affermando ancora una volta un’interpretazione delle culture politecniche del tutto originale nel panorama nazionale e internazionale”.
“Ho sempre creduto che progettare, cioè inventare, sia un atto dell’immaginazione che genera miti – spiega l’architetto Emilio Ambasz - Sono convinto che il vero compito dell’architettura inizi una volta soddisfatte le esigenze funzionali e comportamentali. Non è la fame, ma l’amore e la paura – e talvolta la meraviglia – che ci spingono a creare. Il contesto culturale e sociale dell’architetto e del designer cambia costantemente, ma il loro compito, credo, rimane sempre lo stesso: inventare e dare forma poetica al pragmatico.”
“Per me – continua Ambasz - l’architettura corrisponde con la ricerca di una dimora spirituale. Da un lato, gioco con gli elementi concreti che appartengono al mio tempo, come la tecnologia. Il mio lavoro non è altro che una ricerca volta a dare forme architettoniche a cose primordiali. I miei progetti hanno a che fare con l’esistenza a livello emotivo, passionale ed essenziale. Mi interessano la passione e l’emozione quando assumono una veste apparentemente senza tempo.”
“La Laurea Honoris Causa e la mostra dedicata sono l’omaggio a Emilio Ambasz della Scuola di Architettura del Politecnico – ha commentato il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco - non soltanto per la carriera di un grande nome dell’Architettura e del Design mondiale, ma per l’opera di una figura visionaria e poliedrica, che ha saputo coniugare nel suo lavoro di progettazione innumerevoli suggestioni, come raramente accade, garantendo un intimo legame tra le idee e le tecnologie che le traducono in prodotti”.