Casa GP: un recupero da "Iconic Awards"
“Non c'è conservazione senza trasformazione, un recupero che dia nuova vita deve rispettare la storia e porre le basi per l’abitare contemporaneo”.
A pensarlo è l’architetto marchigiano Matteo Avaltroni, recentemente premiato al concorso "Iconic Awards 2018: Innovative architecture" grazie al progetto di recupero in chiave contemporanea di un intero fabbricato risalente al quattordicesimo secolo.
Il risultato è Casa GP: un contesto abitativo articolato in un doppio arco e distribuito su tre livelli, che unisce in un sapiente gioco di equilibri il moderno e il preesistente.
La sua posizione, nella porta d’accesso ad ovest della cinta muraria di Serra de' Conti (An), ne svela già il ruolo chiave avuto in passato. Nella parte alta della porta più esterna, usata un tempo come torre di guardia, sono ancora riconoscibili i merli, chiusi il secolo scorso con una copertura per adattare gli spazi ad abitazione.
“Il progetto svela la struttura del fabbricato in tutta la sua complessità fatta di archi rampanti, volte e contrafforti, eliminando gran parte dei divisori interni ed utilizzando pochi segni per l'organizzazione dello spazio” racconta l’architetto.
La riqualificazione ha reso necessarie opere di consolidamento significative per via delle svariate criticità presentate dall’edificio. Il solaio del piano primo e la vecchia scala sono stati interamente demoliti e sostituiti da un solaio in acciaio e vetro per dare luce al piano terra. Dal punto di vista funzionale, il progetto pone al pian terreno la zona living, mentre al piano soppalcato, più luminoso, è stata inserita una cucina ad isola in acciaio e ferro brunito. All’ultimo piano sono state, invece, ricavate due camere di cui una matrimoniale, un bagno con doccia/bagno turco ed una cabina armadio per un totale di 130 mq.
Arredamento e materiali
Pulsante in ogni parte della casa risulta l’alternanza tra antico e attuale che si palesa nella scelta dell’arredamento – per gran parte disegnato su misura prediligendo rivestimenti in metallo e superfici opache -, delle finiture e nei dettagli.
La muratura e la struttura del tetto hanno richiesto un particolare intervento sbiancante con antifumo, che ha peraltro consentito di connotare fortemente la struttura storica facendole ritrovare una sua identità per contrasto rispetto ai nuovi interventi.
Le superfici del soggiorno e della cucina sono state interamente rivestite in cemento spatolato e calce, tono su tono, evidenziando la texture chiara della muratura. La zona notte invece è caratterizzata da un parquet artigianale in rovere a spina ungherese appena sbottato con l’intento di suggerire l’immagine di un pavimento dal sapore antico. Il nesso con la tradizione emerge anche nell’uso della luce artificiale con lampade e luci spot che suggeriscono una dimensione più intima e rurale.
Tuttavia, se da un lato le superfici fortemente materiche, dall’appeal grezzo, e una attenta illuminotecnica strizzano l’occhio alla tradizione, dall’altro, l’utilizzo di sistemi di climatizzazione e domotica per la termoregolazione e la diffusione del suono con un sistema a completa scomparsa, guardano alle case del futuro.
“L’intento era quello di non aggiungere complessità ad uno spazio già di per sé fortemente destrutturato, ma marcare invece una differenza attraverso l’inserimento di elementi puri che definissero lo spazio per contrasto e, – continua Avaltroni – non potevo che ispirarmi al riguardo, allo straordinario lavoro dell’artista americano Richard Serra”.
L'intervento si inserisce, inoltre, nella logica del recupero dei centri storici la cui importanza oggi, in particolare per un territorio come quello marchigiano, recentemente colpito da importanti eventi sismici, rappresenta un modello di valorizzazione territoriale pienamente aderente all’idea di sostenibilità e sicurezza.