Cristina Celestino firma il restyling di 28 POSTI

Il progetto architettonico di 28 POSTI, ristorante di cucina mediterranea contemporanea situato in Via Corsico a Milano, ha riportato il locale al suo stato originario inserendovi nuovi elementi di arredo. La cucina rappresenta il vero fulcro progettuale, a cui gli ospiti possono accedere tramite un rapido passaggio obbligatorio all'ingresso e una feritoia in sala che svela la preparazione dei piatti. 
I lavori edili sono stati eseguiti dai detenuti dell'Istituto Penitenziario di Bollate, che hanno potuto beneficiare dell'Art. 21 prendendo parte al cantiere. 
L'associazione Liveinslums Onlus Ong, partner del progetto, ha avviato all'interno del carcere un laboratorio di falegnameria, dove sono stati costruiti tavoli, porte e armadiature del ristorante, disegnati da Francesco Faccin e realizzati con il contributo del maestro ebanista Giuseppe Filippini. 

Per il suo sesto anno di attività, 28 POSTI ha ridisegnato i suoi interni con l’obiettivo di renderli ancor più accoglienti ed enfatizzare l’atmosfera conviviale senza snaturarne i tratti stilistici distintivi legati ad autenticità e semplicità.

A curare il restyling Cristina Celestino, che ha fondato l’intervento sui concetti chiave di matericità, texture, colore (spesso tono su tono), mantenendo volutamente continuità con l’immaginario associato al locale da parte della clientela.

Il progetto affronta in particolar modo i temi materici e cromatici, con l’iconico approccio eclettico della nota designer milanese: la moodboard individuata gioca con le nuance polverose della terracotta di Fornace Brioni, con l’eleganza del legno in diverse finiture, con il ferro naturale cerato a cui si aggiungono un azzurro de-saturato ed un colore vinaccia terroso, oltre al bianco gesso delle pareti longitudinali. Il soffitto alterna travi in legno originali e restaurate a campiture di colore azzurro desaturato. La boiserie in cotto Giulio Romano della collezione Gonzaga di Fornace Brioni riveste le pareti dei lati corti, insieme all'intonaco in terra cruda di Matteo Brioni, mentre al centro del ristorante rimane protagonista il setto in mattoni originali del locale. Anche il muro che separa la cucina dalla prima sala viene trattato con un intonaco materico a base di terra naturale.

Nella seconda sala una comoda panca imbottita si attesta sulla parete di fondo mentre i tavoli sono stati ridisegnati a completare lo spazio rinnovato e abbinati alle sedie Fratina di Billiani, selezionate dall’architetto. Un mobile contenitore si posiziona invece nell'arco disegnato dal setto centrale in mattoni, intenzionalmente staccato dal muro, a dichiarare la sua autonomia. È un volume arrotondato alle estremità, racchiuso da 2 lamiere curvate, che gioca sul fronte con un rivestimento in micro-mosaico di terracotta.

Nella parte alta del mobile, mensole a vista in legno sono sostenute da una gabbia in tubolari colore azzurro per riprendere la tipologia del mobile cassa che si posiziona sulla soglia dell'ingresso del locale.

L'illuminazione avviene attraverso delle lampade a sospensione in lamiera microforata dell'azienda spagnola Arturo Alvarez, che alla vista leggere come la carta, rivelano poi ad un occhio attento una forte matericità e lavorazioni accurate.

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