In Giappone, "La casa per l'arte contemporanea"

Non una semplice casa, ma una vera e propria nicchia per l’arte contemporanea, quella realizzata dagli architetti Ryumei Fujiki e Yukiko Sato, e vincitrice del Golden A' Design Award nella categoria Architecture, Building and Structure Design 2015-16.

Lo studio giapponese F.A.D.S, fondato nel 1991 da Ryumei Fujiki e noto per le forme avveniristiche di "Aqua-scape" e "Artificial Topography", ha progettato “The House for Contemporary Art”, situata nella Prefettura di Fukui, per soddisfare le esigenze di un cliente estimatore d'arte nonchè artista emergente, mantenendo come concept di base l’idea di una casa a immagine e somiglianza di un vero museo. La struttura, sviluppata su una superficie 135.56 metri quadrati, risponde quindi all’aspettativa già dall’esterno, componendosi di box bianchi in cemento armato di diverse dimensioni, che incorniciano gli spazi come fossero dipinti. 

Una composizione spaziale continua

Gli interni appaiono appositamente organizzati per racchiudere la collezione d’arte dell’autore e potervi circolare in mezzo proprio come in una reale galleria d’arte, accontentando al tempo stesso la specifica richiesta di garantire la massima privacy rendendo praticamente invisibili gli interni dai passanti, pur permettendo all’aria e alla luce naturale di entrare e sfiorare una composizione spaziale ben sequenziata. Sebbene la casa sia composta da cubi di diverse dimensioni, gli architetti hanno cercato di creare una struttura dall’anima minimale e semplice, con aree in grado di formare una singola unità interconnessa e continuativa. Il cortile interno inoltre è direttamente collegato con il lato nord dello studio, per mantenere omogeneità tra dentro e fuori, e permettere al cliente di dipingere sia all’interno che open air. 

La giusta collocazione per la collezione di opere e dischi

Per rispettare il concept prestabilito, gli architetti hanno misurato, come primo step, le numerose opere d'arte che il cliente aveva creato e raccolto nel corso degli anni. Successivamente, hanno proceduto a definirne l’esatta collocazione all’interno dell’abitazione, anche per assecondare la corretta visibilità di ciascun di essi negli spazi a disposizione, modulando di conseguenza gli elementi strutturali delle singole aree funzionali. L'altezza del soffitto del salotto, ad esempio, è stata determinata sulla base delle ipotetiche dimensioni di una parete che potesse ospitare una tela di oltre 1,5 x 1 metri. In aggiunta alla collezione d'arte in sè, è stato fondamentale per i progettisti, stabilire un modo con cui visualizzare e valorizzare anche la collezione di dischi jazz raccolti dal cliente, per rendere ancor più eclettico il contesto abitativo. 

Il rapporto tra struttura ambiente e clima

Per sopperire al clima rigido e particolarmente nevoso della costa del Mar del Giappone, la prima sfida affrontata dagli architetti ha riguardato proprio la neve, in particolare, in relazione al tetto della casa. La proposta iniziale, che avrebbe previsto una struttura in legno esterna con tetto leggermente spiovente, è stata successivamente e definitivamente scalzata a favore di un tetto piano senza parapetto, facendo leva sull’azione del vento per ripulirne la superficie da eventuali residui. 

La seconda questione, riguardante la ventilazione e il clima, ha previsto la creazione di due differenti spazi outdoor, uno sul lato sud in grado di riscaldarsi facilmente, e uno sul lato nord, in cui la temperatura rimane prevalentemente fresca. Questa tradizionale tecnica, che sfrutta il principio del differenziale termico, risulta abbondantemente utilizzata nell’ambito costruttivo delle case a schiera a Kyoto.

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