Moduli prefabbricati per Capanna Gervasutti, Val Ferret

L’alpinista Giusto Gervasutti trovò la morte la notte del 16 settembre 1946, durante un tentativo di scalata sul versante est del Mont Blanc du Tacul. Quando la notizia giunse a Courmayer travolse, tra i tantissimi amanti della montagna, il giovanissimo Andrea Filippi. Questi, appena ventiduenne, aveva accompagnato “il fortissimo” nella scalata del Trident du Tacul e, trasformato il maestro in suo personale idolo, al momento della scomparsa decise di onorarne la memoria con la realizzazione di una Capanna a lui titolata.

La prima Capanna Gervasutti fu inaugurata nell’estate del 1949, ad una quota di 2.835metri s.l.m., ancorata ad uno spuntone di roccia emergente dal ghiacciaio di Fréboudze dopo che un gruppo di minatori era intervenuto per realizzarvi una piazzola di appoggio. Questa prima Capanna fu eretta, utilizzando legno e lamiera, dalla Sottosezione SUCAI di Torino - in ricordo dei profondi legami di amicizia con “il fortissimo” - e sostituì il vecchio bivacco del Fréboudze che era situato poco sotto, a quota 2.360m, nel luogo base di partenza per fantastici itinerari in salita aperti dallo stesso Gervasutti e da altri “grandi” (tra cui le vie sulla parete Est delle Grandes Jorasses e delle Petites Jorasses).

Gravemente danneggiata questa prima struttura fu sostituita con un nuovo manufatto nel 1961. Un secondo rifugio che ha terminato il suo ciclo vitale dopo circa 50 anni.

L’avvio della costruzione dell’attuale bivacco risale all’ottobre del 2011 quando, in occasione dei 60 anni della fondazione della Scuola Nazionale di Scialpinismo, la Sottosezione SUCAI ed il CAI Torino hanno deciso di realizzare una struttura “rivoluzionaria” nell’impostazione e nelle soluzioni tecniche.

Ideato dagli architetti Luca Gentilcore e Stefano Testa, il nuovo rifugio Gervasutti, si colloca nell'ambito del progetto LEAPFactory (Living Ecological Alpine Pod) il cui scopo è quello di realizzare bivacchi modulari ed ecosostenibili.

Realizzato in 5 moduli cilindrici, il fabbricato è costruito con una scocca modulare in sandwich composito ed è organizzato internamente in quattro ambienti (ingresso, locale per il pranzo, 2 camerate con 12 posti letto) per un totale di trenta metri quadri e 1.980 kg di peso complessivo.

L’energia elettrica è prodotta da unità fotovoltaiche con accumulatori di ultima generazione e permette l’illuminazione interna e l’utilizzo di piastre elettriche per cucinare. È energeticamente autosufficiente e, grazie alla presenza di un computer di bordo connesso a internet via satellite, il Bivacco Gervasutti è costantemente collegato con il mondo esterno, rileva lo stato di funzionamento dell’impianto elettrico ed invia i dati acquisiti.

Per quanto riguarda le pavimentazioni interne, il committente SUCAI, tramite le parole del suo Project manager, ha dichiarato: “Abbiamo scelto pavimenti Gerflor a causa del forte impatto ambientale del progetto; abbiamo cercato tra i nostri fornitori quello in grado di dimostrare un atteggiamento e una sensibilità particolari nei confronti delle questioni ambientali”.

L’intervento di Gerflor è consistito nella fornitura di 20 mq di Attraction Poppy, un pavimento in PVC flessibile stratificato, di 5 mm di spessore, rinforzato da una doppia griglia di fibra di vetro.

 

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