Architettura e design

Palazzo d'Assi: da carcere a struttura hospitality

Niente più sbarre alle finestre per quella che fu dimora dei Catari nel Medioevo e prigione della città di Monforte d'Alba dalla fine del '700 alla fine degli anni '20. Trasformato in carcere verso la fine del 1700 il palazzo venne poi abbandonato dal 1928.
L'ultimo proprietario, Thomas Rückle, sotto la supervisione del Ministero dei beni culturali, ha coinvolto diversi artisti, architetti e aziende locali per ricostruire Palazzo d'Assi e trasformarlo in un elegante luogo di accoglienza con 6 camere da letto, cucina soggiorno, grande terrazza coperta e cantine per degustazioni. Un luogo unico nella zona, dove antico e moderno si combinano anche grazie ad un tocco artistico di colore.

Riportato all'altezza originale, l'edificio è caratterizzato da una serie di archetti (oggi trasformati in finestre) all'ultimo piano, un tempo aperto al popolo come mercato coperto. Da questa sua funzione e dalla pavimentazione realizzata con assi di legno deriva il nome del palazzo. I due piani sottostanti servivano per lo stoccaggio delle riserve di grano e altri cereali. Accanto all'ingresso, ancora oggi delimitato da un imponente cancello in ferro, si trovano due nicchie arcate tradizionalmente utilizzate per la pubblicazione delle comunicazioni di matrimonio. Tre archi gotici oggi chiusi ma ben visibili sulla facciata raccontano quella che doveva essere la struttura del tempo.

Alle finestre 24 serramenti in legno Novecento di Navello nella finitura mordenzato grigio “dumbo”. Tutti i serramenti sono stati realizzati su misura per finestre a una o due ante, ad arco e portefinestre. 

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