Architettura e design

Panthéon-Assas: tra cultura e architettura

L'Università Panthéon-Assas, conosciuta anche come Paris 2, nel cuore del Quartiere Latino, è sede della più prestigiosa Facoltà di Giurisprudenza parigina, ricca di oltre 700 anni di storia.

Per il Centre Assas - costruito nel 1959 da Charles Lemaresquier - nel 1990 fu indetto un concorso per una ristrutturazione che rispondesse ad un'esigenza stringente: la messa a norma dell'edificio sia relativamente alla normativa antincendio sia a quella inerente una adeguata accessibilità alle uscite di sicurezza. La sempre più numerosa "popolazione" studentesca suggeriva inoltre, nell'occasione, anche l'ampliamento della Biblioteca universitaria.

Vincitore del concorso per la riqualificazione della prestigiosa sede universitaria risulta il progetto dell'architetto Alain Sarfati e l'opera è ultimata nel 2011.

Quello di Sarfati è un progetto in cui l'adeguamento della tenuta al fuoco della struttura metallica dell'edificio così come quello del numero delle uscite di sicurezza, costituisce un semplice "dettaglio" perché è la nuova Biblioteca ad assurgere al ruolo di primo attore in un'ottica che trasforma la vecchia sede universitaria in un vero campus urbano.

Le attività di studio e quelle della vita quotidiana sono tutte destinate a muoversi attorno ad un'enorme nuova Biblioteca, sviluppata in una sala monumentale con soffitti ad alte volte intrecciate sulle quali l'architetto ricrea uno volta celeste animata da "nuvole" che, grazie a sapienti giochi di luce, appaiono in continuo movimento.

Del resto cos'è una biblioteca per Alain Sarfati? Se, nell'immaginario collettivo, una biblioteca è semplicemente uno spazio ovattato, riflessivo e pieno di libri, per Sarfati è un'altra cosa: "È la meraviglia che ho provato all'ingresso della Staatsbibliothek di Hans Scharoun a Berlino...". Un'opera di Alvar Aalto che lo stesso Sarfati definisce "impareggiabile" ma della quale intende  riprodurre l'atmosfera di  meraviglia che porta gli studenti a guardare verso l'alto e a sognare.

Peraltro, commenta sempre Sarfati: "La piccola biblioteca che era situata nella torre era ormai assolutamente insufficiente ad accogliere gli studenti, ogni anno più numerosi."

È nata così, nel pieno rispetto della struttura architettonica originaria perché Alain Sarfati si è limitato ad aprire un volume esistente e, realizzando un pavimento, a recuperare lo spazio prima inutilizzato al piano terra dell'edificio, una nuova biblioteca con una superficie superiore alla vecchia di ben 2.500 metri quadrati.

Uno scrigno immacolato in cui le stesse superfici architettoniche in movimento evocano la berlinese Staatsbibliothek di Alvar Aalto e in cui anche la ricerca del colore è volta a suscitare "stupore": così la palette cromatica esplora le tinte più eteree della scala Ral e una calda sfumatura di bianco è il colore primario, a richiamare la luce del sole, l'aria aperta e il contatto diretto con la natura.

In un progetto con queste caratteristiche, le scelte estetiche rappresentano ben altri "must" dell'architettura contemporanea e fra questi, principalmente, la sostenibilità e riciclabilità dell'opera.

In tal senso il pavimento UNI* di Artigo si dimostra una scelta perfetta, grazie alle certificazioni Greenguard e EPD di cui dispone e che consentono di far guadagnare crediti LEED. Ma un altro aspetto fondamentale che ha fatto cadere la scelta sul pavimento Artigo è la sua capacità di ridurre il rumore da calpestio. Inoltre la pavimentazione in gomma, grazie alle doti di resilienza e alla facilità di pulizia e manutenzione, si rivela il materiale perfetto per spazi ad alta frequentazione.


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