A Venezia nasce Il Palazzo Experimental

Ha aperto a Venezia l’hotel “Il Palazzo Experimental”, disegnato da Dorothée Meilichzon con uno speciale cameo di Cristina Celestino. Il progetto nasce dalla volontà di Experimental Group, tra i principali gruppi internazionali di contemporary hospitality, di espandersi anche in Italia, dopo aver curato la progettazione di strutture ricettive e spazi dedicati alla convivialità a Parigi, New York, Londra, Ibiza e Verbier.

Per il suo debutto italiano, Experimental Group ha affidato alla designer Dorothée Meilichzon il concept de Il Palazzo Experimental, un maestoso edificio rinascimentale trasformato oggi in hotel, situato nel tranquillo quartiere di Dorsoduro che ospita la Galleria dell’Accademia e la Collezione Peggy Guggenheim. 

Affacciato sul Canale della Giudecca, il Palazzo offre 32 camere e suite dal design elegante e diverse aree comuni, alcune aperte agli stessi veneziani, come il Ristorante Adriatica in collaborazione con Silvio Pezzana e Toto Dell’Aringa, fondatori dell’Italian Supper Club, un giardino sul retro con una vista indisturbata su un minuscolo canale, e per finire l’Experimental Cocktail Club.

Dorothée Meilichzon ha affrontato il progetto con una scelta di materiali e palette che vogliono trasmettere il vero spirito di una Venezia contemporanea: le stanze per gli ospiti sono ricche di piastrelle smaltate a mano, dettagli in marmo Breccia Capraia e tessuti sontuosi, lampade cromate ed elementi in ottone. Le pareti marmorine e i sobri legni intagliati, tipici della tradizione veneziana, si uniscono a uno schema cromatico pieno di luce con i caratteristici colori della città: terracotta, azzurro cielo, giallo pallido, grigio argento e crema.

A curare l’esclusivo Experimental Cocktail Club è invece la designer Cristina Celestino, che interpreta lo spazio come un salotto discreto aperto alla città lagunare. Posizionato al piano terra dell’hotel, il cocktail bar si veste di una atmosfera intima e sofisticata conservando il fascino inconfondibile del luogo. Nel progetto traspare la passione di Cristina per Venezia e la sua architettura, e numerosi sono i riferimenti alla cultura illustre della Serenissima. Immancabili le citazioni scarpiane nell’uso del marmorino incorniciato da telai metallici.

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