Il “Memory Foam” di Guglielmo Maggini a POSThome, Milano

POSThome presenta in occasione delle art e design week di Milano 2023 l’installazione site-specific "Memory Foam" di Guglielmo Maggini, terzo guest artist del programma di residenza curato da Thirtyone Design + Management.

POSThome, il progetto abitativo sorto in Via Teodosio 15 a Milano da un’idea di Claudia Campone, fondatrice dello studio Thirtyone Design + Management, porta avanti il programma di urban residency ospitando il lavoro visionario dell’artista Guglielmo Maggini.

Il concept si sviluppa a partire da un arredo imprescindibile della casa, il letto posto all’interno del cubo centrale e indaga la materia che compone il materasso: il memory foam, termine tecnico ormai entrato nel lessico comune a indicare un elemento capace adattarsi alle caratteristiche uniche dell’individuo, seguendone forme, pesi e abitudini.

L’artista avvia un’azione di stravolgimento della funzionalità creando un oggetto tridimensionale dai colori accesi che va a coprirne lo spazio tradendone l’ergonomia: non è più quindi il supporto a rispondere alle esigenze del corpo ma è l’individuo che si trova costretto ad adattarsi alla superficie, compiendo un’esperienza fisica.

L’installazione Memory Foam - dal nome del materiale - tratteggia un paesaggio surreale: altipiani, colline, e pianure dalle forme magmatiche emergono dalla superficie del materasso in un racconto dalle cromie pop.

Il giallo acceso, quasi fluo, trasforma il materasso, oggetto che simboleggia il rifugio e il comfort, in un luogo inospitale e perturbante, un elefante nella stanza che agisce sulla percezione emotiva dello spettatore creando un cortocircuito: il desiderio di entrare in dialogo con la materia e, al contempo, la paura di farlo.

“Il letto si trasforma, così, in un luogo in cui prende vita il sogno, in cui le immagini della giornata si sfumano e l’inconscio prevale sulla realtà. Il memory foam diventa spugna dell’inconscio, è un lavoro esperienziale, che si discosta dall’idea di scultura contemplativa e invita all’esperienza tattile instaurando una relazione tra il corpo e l’oggetto”, racconta Gugliemo Maggini.

Sorge dunque un chiaro collegamento ossimorico con la genesi di POSThome, nata come casa-del-dopo frutto del vissuto della pandemia, caratterizzata dall’impossibilità di vicinanza e ancor di più del contatto fisico, che l’artista ricorda e da cui vuole riscattarsi.

L’appartamento diventa ora un luogo dove il senso del tatto e l’interazione con le superfici vengono riattivati. Lo spettatore è chiamato a fruire l’opera nell’ottica del do touch, diventandone parte integrante e riscoprendo l’intimità con la materia.

Ph. Carlo Lavatori