Fort 137: un'oasi green nella Las Vegas Valley

Un’oasi “integrata” nel deserto diventa abitazione immersiva per vivere a contatto con la natura arida e fascinosa della Las Vegas Valley. L’architettura sapiente progettata da Daniel Joseph Chenin mira a massimizzare il comfort termico indoor e gli scorci prospettici.

Il pluripremiato studio di progettazione multidisciplinare Daniel Joseph Chenin, Ltd. cura il progetto di un'oasi abitativa nel deserto ai margini della Las Vegas Valley, già vincitore di numerosi premi e riconoscimenti del settore per il suo design attento e innovativo.

Realizzata per una famiglia che abbraccia uno stile di vita attivo, incline ad esperienze immersive nella natura, la residenza Fort 137 offre viste panoramiche sul circostante Red Rock Canyon ed è concepita come casa contemporanea e calda, al contempo integrata perfettamente nell'aspra bellezza del suo ambiente naturale.

Oltre a uno schema distributivo interno che comprende una suite padronale, una seconda suite, tre camere da letto e un ampio soggiorno con sala da pranzo comune, l’abitazione si focalizza principalmente sull’esterno, che comprende un edificio a pianta circolare, un cortile ombreggiato e un camminamento affacciato sul paesaggio.

La rotonda visibile già dal viale d’ingresso del Fort 137 rende omaggio alle strutture dei vecchi forti dei primi insediamenti che un tempo punteggiavano il paesaggio desertico della valle di Las Vegas. Alta all’incirca 8 metri, funge da transizione tra il caldo esterno del deserto e l'interno più fresco, con una forma conica che contrasta con le linee rette degli spazi abitativi. Entrando nella rotonda, il suono dell'acqua che scorre dalla fontana in pietra del livello inferiore richiama alla mente l’immagine idilliaca di un miraggio rinfrescante e una scala a chiocciola fornisce l'accesso a una sala sul tetto dotata di un focolare e ampie viste sul deserto.

Dopo una fresca pausa, il passaggio dall’esterno all'interno della casa inizia con un cortile ombreggiato e completamente riparato, ideale per pasti e momenti di relax in famiglia, in cui giace sullo sfondo un masso di 75 tonnellate, recuperato dagli scavi nel sito. All'interno della casa, due muri laterali con doppio strato corrono da nord a sud, fornendo protezione dagli elementi esterni e definendo anche i confini della pianta abitata. Tra le pareti perimetrali si sviluppa un'ampia area lounge con area dining, una cucina, un ufficio e una sala cinema, mentre gli spazi più intimi, comprese le camere da letto, si trovano sui lati esterni.

Un indoor “comfort-oriented”

Gli spazi abitativi di Fort 137 sono disposti in tre volumi complementari, ciascuno progettato per massimizzare il comfort termico, l'efficienza energetica e l'atmosfera minimalista e rilassante. Incorniciate da telai in acciaio e muri in pietra, grandi vetrate scorrevoli offrono viste panoramiche sia dalla facciata nord che da quella sud. Il loro strategico posizionamento è inoltre studiato per fornire ventilazione trasversale e attirare abbondante luce solare all’interno delle stanze, garantendo tuttavia protezione dalle condizioni più estreme del sole e del vento del deserto.

Ogni spazio, infatti, a partire dal suo orientamento sino alla progettazione delle sue caratteristiche intrinseche, è pensato per offrire agli abitanti un alto livello di benessere. Anche il lusso discreto dell’interior di inserisce in questa filosofia progettuale che impiega materiali e finiture naturali affini al contesto paesaggistico, quali pavimenti in travertino, soffitti in stucco e pannelli verticali impiallacciati in legno ricostituito, ma anche dettagli in ottone come le maniglie delle porte personalizzate e dei mobili, a immagine e somiglianza di colori e trame delle Red Rock Mountain adiacenti.

Fort 137 è stato costruito con un impatto ambientale limitato. Il team di architetti ha applicato numerose strategie di progettazione differenti per compensare l'impronta ecologica della casa e ridurre la sua dipendenza energetica. È stata dunque predisposta un'infrastruttura di pannelli fotovoltaici e una copertura zavorrata con ghiaia che implementano le performance dell’edificio assieme a sistemi di coibentazione, raffreddamento passivo e riscaldamento radiante. Volta alla sostenibilità è anche la scelta di rivestimenti in legno ricostituito derivati dagli scarti di segheria, nonché materiali di provenienza locale e rocce e terra riproposte in modo costruttivo estratte dal cantiere. Inoltre, materiali tra cui acciaio stagionato, acciaio laminato a caldo e travertino sono stati selezionati per la loro capacità di invecchiare e patinarsi con le sabbie del deserto nel corso del tempo, aggiungendo ulteriore colore e texture a un ambiente destinato a integrarsi ancor più profondamente con il territorio naturale circostante.

"Nella ricerca di un'architettura che potesse contrastare il clima caldo e arido del sud-ovest, abbiamo vagliato alcune delle costruzioni insediative dei pionieri del 1800. L'idea di una struttura rocciosa accatastata, simile ai forti progettati dai coloni dell'epoca, ha trovato un riscontro molto positivo anche nella committenza." Daniel Joseph Chenin

Ph. Stetson Ybarra, Stephen Morgan, Daniel Joseph Chenin

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