Il mercato immobiliare europeo riprende quota

Secondo l’European Outlook 2018, presentato nei giorni scorsi a Milano da Scenari Immobiliari, dopo dieci anni di crisi, i mercati immobiliari europei hanno finalmente imboccato la strada della ripresa. L’andamento positivo dell’economia, la crescita della domanda in tutti i settori e un accenno di inflazione, stanno spingendo il settore immobiliare. A tutto ciò si aggiunge anche la carenza di unità abitative di alta qualità, la cui costruzione negli anni di crisi ha subito una battuta d’arresto.

Globalmente il fatturato 2017 dei mercati immobiliari delle cinque principali nazioni europee crescerà mediamente del 6% per arrivare al 9% nel 2018. Decisamente più importante la crescita in EU28 valutata al 12,9%. Bene il 2017 per Francia (+8,6%), Germania (+4,9%), Gran Bretagna (+2,7%), e Spagna (+11,6%). In Italia, a causa della debolezza strutturale, si stima un incremento del 4% che dovrebbe salire al 6,2% nel 2018, in linea con la Germania. Spagna e Francia il prossimo anno sono previste in crescita a +10%, e anche l’Inghilterra dopo un biennio in flessione recupererà terreno. Secondo lo studio sono in ripresa anche i prezzi di vendita degli edifici, con punte superiori al 4% in Germania e Spagna. In Italia il dato medio nazionale è di un incremento dello 0,3% nel residenziale a fine 2017 e di un + 1,1% per il 2018.

È una media tra dati ancora molto diversi da città a città – commenta in merito Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari - Mentre a Milano, Venezia e in altre città le quotazioni sono in netto rialzo, nella maggior parte dei capoluoghi i prezzi sono ancora fermi o in lieve calo.”

Gli spazi di crescita del mercato italiano – ha concluso Breglia – sono notevoli nella locazione residenziale, nel terziario innovativo (come il co-working) e nell’ampia area dei servizi. Sono necessari investimenti per la messa in sicurezza delle case. Non va dimenticato che c’è quasi un milione di case in corso di costruzione, bloccate dai fallimenti o dai concordati delle imprese edili. La tassazione allontana investitori istituzionali e privati. Ci troviamo così marginali in un contesto dove l’immobiliare è uno strumento di cambiamento urbano e di allocazione di grandi risorse”. 

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