L'abitare nell'epoca della "sharing economy": risponde l'Osservatorio MADE Expo
Dall’housing sociale a nuovi sistemi di sharing abitativo, fenomeno sempre più presente nei contesti cittadini e cosmopoliti, è piuttosto nitida la direzione presa dall’abitare contemporaneo. Che forma assumeranno allora le case e più in generale gli spazi nell’epoca della sharing economy? A fornire una risposta è di recente l’Osservatorio MADE Expo, il nuovo laboratorio di ricerca avviato dalla biennale milanese dedicata all’architettura e all’edilizia MADE EXPO, quest’anno in programma dall’8 all’11 marzo presso Rho Milano Fiera, che propone un approfondimento sulle tematiche più attuali e sulle tendenze in forte crescita.
A porre le basi della overview sono parole chiave come co-working e co-living, che non rappresentano solo trend passeggeri ma risultano riflesso e frutto di nuove figure professionali improntate alla flessibilità – basti pensare che dal 2006 al 2012 gli spazi di co-working sono passati da 30 a 2000 -.
È proprio alla luce delle nuove esigenze che privati, costruttori e sviluppatori hanno cominciato a investire nella progettazione di complessi multifunzionali o nella riqualificazione di quelli esistenti, caratterizzati da una commistione di spazi pubblici e privati, da un modello gestionale più agile e da una specifica attenzione verso i temi dell’ecocompatibilità.
Secondo la disamina, si rivela emblematica la riconversione dell’area dell’ex Funan DigitaLife Mall di Singapore, che parte da questi presupposti per offrire un’esperienza a tutto tondo agli adepti del green lifestyle. Il complesso, progettato dalla company internazionale Woods Bagot, include negozi, ristoranti, residenze, uffici, cinema, una fattoria urbana e attrezzature sportive. È stato disegnato per promuovere un’idea di mobilità urbana sostenibile e abitudini di vita salutari. L’intera costruzione è infatti strutturata a misura di ciclisti, sia in termini di accessibilità e fruizione degli spazi, sia in termini di servizi dedicati.
E ancora, a Malmo, in Svezia, lo studio Hauschild + Siegel sta realizzando per il developer Cykelhuset Ohboy un edificio residenziale progettato per abitanti che scelgono le due ruote per spostarsi in città.
Focus anche sulla multi-funzionalità, un concetto ampio secondo cui reinventare gli ambienti significa tra le altre cose renderli versatili e multi-uso. Il progressivo sfumare dei confini tra i diversi aspetti della vita sta infatti confermando vincente la logica dei mixed-use building. Recentemente realizzata a Lille da JDS Architects, la Maison Stéphane Hessel, comprende ad esempio al suo interno un asilo nido, un ostello e uno spazio di lavoro dedicato all’innovazione sociale.
Non meno importante, il tema del risparmio energetico: le previsioni vedono i condomini di domani sempre più vicini agli abitanti, e progressivamente più attivi sul fronte per diventare meno energivori, con costi di manutenzione e gestione più bassi.