Nel 2016 gli investimenti in costruzioni crescono più del PIL
Presentato al Saie di Bologna il XXIV Rapporto Congiunturale Previsionale di CRESME. Secondo Lorenzo Bellicini, direttore di CRESME, il settore delle costruzioni sta confermando la sua lenta ripresa, pur in un contesto economico ancora incerto e complesso: "Certo l'incertezza, già descritta nel XXIII rapporto dello scorso anno, sulla base di fattori economici, politici, finanziari, nazionali e internazionali, non svanisce e continua a preoccupare, ma i dati che vengono dal settore delle costruzioni descrivono, come previsto, l'inizio della ripresa, con valori contenuti, ma più alti di quelli dell'economia. Il tasso crescita degli investimenti nel 2016 è del 2,2%, mentre nel 2017 sarà del 2,6%".
Il mercato è trainato nel 2016 dagli investimenti in manutenzione straordinaria e riqualificazione del patrimonio energetico, dalle opere pubbliche e dall’edilizia non residenziale di nuova costruzione.
“Molto positivi sono anche i dati nei primi 9 mesi del 2016, che descrivono le compravendite immobiliari, il credito alle famiglie, la vendita di finiture e impianti, la vendita di macchine movimento terra. Non ci sono invece segnali positivi dalla nuova produzione residenziale che continua a frenare: nel 2016 gli investimenti in nuove costruzioni residenziali in Italia sono di poco superiori all’8% del valore della produzione dell’intero mercato delle costruzioni. Per questo comparto bisognerà attendere il 2017 per avere qualche segnale di arresto della caduta”.
Bellicini ha quindi ribadito come, nel 2015, si sia entrati nel settimo ciclo edilizio delle costruzioni dal secondo dopoguerra, ma i cambiamenti sono tali che è meglio parlare di “primo ciclo dell’ambiente costruito”: una nuova stagione, quindi, dove costruzioni, impianti e servizi divengono un unico mercato. Del resto nel 2016 il 74% del valore del mercato delle costruzioni è fatto di interventi sul patrimonio esistente.
Il nuovo ciclo presenta altre importanti novità: da un lato, anche a seguito del sisma in Centro Italia, potrebbe emergere una maggiore attenzione agli investimenti da parte pubblica e soprattutto l’avvio di una nuova politica industriale di lungo periodo per il patrimonio edilizio italiano, con al centro nuove risorse per la “rigenerazione”; dall’altro le costruzioni si avviano a vivere una vera e propria rivoluzione in cui si modificano i processi decisionali e i comportamenti dell’offerta, si ridefiniscono i modelli di redditività e i rapporti contrattuali, si riorganizzano i fattori della produzione alla ricerca di nuovi livelli di produttività.
“Si apre in sostanza – ha concluso Bellicini - una nuova stagione in cui le costruzioni sembrano tornare al centro dell’attenzione della politica e dell’economia, mentre si apprestano ad essere investite, con potenzialità teoriche che sorprendono, dal profondo processo di innovazione della quarta rivoluzione industriale, la rivoluzione della cyber-fisica”. Per il settore è un’occasione da non mancare anche sul piano culturale.
Diventa vitale avere una visione del futuro e avviare un vero salto di scala culturale portando le costruzioni alla testa del processo di innovazione.