Scatti d'autore raccontano le superfici Marazzi a Parigi
In occasione di ParisPhoto 2018, Marazzi presenta nello showroom parigino di Boulevard Saint Germain la mostra ‘Scatti d’Autore’: la fabbrica, il gioco, la luce e la materia ceramica interpretati da grandi maestri della fotografia.
Sviluppata nel primo piano dell’edificio haussmaniano che ospita gli spazi del noto brand ceramico, la mostra è suddivisa in tre sale che affrontano diversi modi di interpretare il materiale e la storia aziendale. Nella prima sala Gianni Berengo Gardin indaga la fabbrica e la produzione, nella seconda Andrea Ferrari si concentra sulla materia e la sua interazione con la luce, nella terza stanza l’approccio di Luigi Ghirri è ludico e suggerisce atmosfere sospese.
Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure 1930) è il fotografo che più ha raccontato le trasformazioni dell’Italia. Nel 1977 descrive la rivoluzione compiuta da Marazzi nel mondo della ceramica, con la nascita delle prime linee di produzione veloce e lo sviluppo di stabilimenti con la nuova impiantistica.
La collaborazione tra l'azienda e Luigi Ghirri inizia nel 1980 all’interno di un progetto in cui Ghirri stesso coinvolge la fotografa statunitense Cuchi White (Cleveland 1930 – Parigi 2013) e Charles H. Traub (Louisville 1945), artista e direttore della Light Gallery di New York, per interpretare le nuove collezioni ceramiche. Nascono così i ‘Portfolio Marazzi’, numerati e firmati dagli artisti, in cui la ceramica è letta da Ghirri come superficie e spazio mentale, da Traub come possibilità infinita di composizione sovrapposta ai colori delle città e agli abiti delle persone, come luce mediterranea da Cuchi White.
Nella sezione più ludica della mostra, gli scatti di Ghirri evocano atmosfere metafisiche in cui la piastrella è attrice protagonista in relazione con gli altri elementi della scena.
L’arte è di nuovo portavoce visivo della rivoluzione tecnologica nelle fotografie scattate da Andrea Ferrari (Milano 1970). Esposte nella sala ‘La luce e la materia’ dedicata a Ferrari, le immagini percorrono le finiture della superficie ceramica lavorata con la tecnologia ink-jet, che genera una perfetta mimesi dei dettagli naturali. La materia assume così la nodosità del legno, la profondità del cemento, le venature del marmo, l’impenetrabilità della pietra, interagendo con luce e ponendosi al centro dell’indagine fotografica.
Introducono l’esposizione, nelle vetrine, gli scatti di Charles H. Traub, che qui sceglie la piastrella sovrapposta a un ritratto fotografico, e Cuchi White (Cleveland 1930 - Parigi 2013) che esalta invece il contrasto cromatico tra gli elementi con suggestioni pop.