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Una nuova "corte verde" per il Quartiere della Creatività a Milano

Con il progetto denominato Corte Verde, Stefano Boeri Architetti in partnership con Arassociati vince il concorso per il lotto di via San Cristoforo, al centro del cosiddetto Quartiere della Creatività, nella zona sud-occidentale di Milano. Una visione architettonica e urbanistica quella dell’intervento, che esalta l’identità a cavallo tra passato e futuro della zona, implementando peraltro un dialogo tra struttura e natura ma anche tra spazi privati e spazi pubblici.

Grazie alla dismissione degli scali merci, al superamento delle barriere infrastrutturali tra i quartieri, agli interventi per la riforestazione urbana e al miglioramento della qualità degli spazi pubblici attorno alla ripa dell’Alzaia del Naviglio di Porta Ticinese, il progetto stabilisce una marcata continuità tra la zona di Tortona-Porta Genova, storicamente dedicata alla moda e al design, e l’area residenziale e turistica lungo l’asse del Naviglio Grande.

Corte Verde prende forma in un unico edificio a corte con altezza crescente, posto al centro di un sistema articolato di verde pubblico e di percorsi, e capace di integrare l'elemento vegetale come materiale attivo dell'architettura. Il progetto è infatti stato sviluppato per stimolare la fruizione aperta e dinamica degli spazi pubblici da parte chi li vive quotidianamente o li abita temporaneamente ma anche come un dispositivo multimodale capace di promuovere l'interazione e lo scambio tra i numerosi, diversi attori attivi nel quartiere.

Morfologicamente, l'edificio si sviluppa con una forma ascendente a spirale segnata da un grande portale di accesso, la cui copertura cresce con un andamento continuo. I pannelli fotovoltaici che la rivestono interamente definiscono anche un tema espressivo e cromatico di grande impatto.

Le tre facciate principali sono scandite da un sistema alternato di balconi, sviluppati per ospitare piante e alberi ad alto fusto, mentre sul lato interno alla corte una trama di logge genera una “scacchiera” di pieni e di vuoti, garantendo un elevato apporto di illuminazione naturale degli spazi interni e amplificando nello stesso tempo il legame visivo tra interno ed esterno dell’edificio.

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