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Yoshio Taniguchi riceve il Piranesi Prix de Rome 2016

È l'architetto giapponese Yoshio Taniguchi a ricevere il Piranesi Prix de Rome 2016 alla carriera, giunto quest'anno alla sesta edizione. Il prestigioso riconoscimento è stato istituto dall'Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia per premiare i migliori architetti progettisti di musei e di interventi rivolti alla valorizzazione del Patrimonio culturale e archeologico, da Rafael Moneo a David Chipperfield, da Peter Eisenman a Bernard Tschumi.

La cerimonia di premiazione organizzata congiuntamente dall’Ordine degli Architetti di Roma, dall’Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia, dalla Fondazione Italia Giappone, si è tenuta a Roma lo scorso 18 marzo e si è inserita quest’anno tra gli eventi che celebrano il 150° anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia.

Yoshio Taniguchi è nato a Tokyo nel 1937, figlio del noto architetto Yoshiro. Ha compiuto i suoi studi prima nella città natale e poi negli Stati Uniti, a Harvard. Per oltre dieci anni ha collaborato con lo studio di Kenzo Tange. Specializzatosi nella realizzazione di musei ed edifici pubblici -  come la Shiseido Art House, il Museo fotografico Ken Domon, l'acquario Sea Life Park di Tokyo, il Museo Municipale d'arte di Toyota e la Galleria Horyuji all'interno del Museo Nazionale di Tokyo - Taniguchi sembra manifestare nelle sue opere un'evidente apertura al nuovo, rivelando però i suoi legami con la tradizione formale del Movimento Moderno. Sostenitore di un minimalismo sofisticato, grazie all'uso di linee semplici che creano effetti illusori, alla sua capacità di ottimizzare lo spazio e la luce e a un raffinato e delicato senso della bellezza, ha vinto nel 1997 il concorso per l'ampliamento di uno dei più importanti musei del mondo, il Musem Modern of Art di New York (MOMA). Taniguchi ha realizzato, inoltre, altri importanti musei, come il Kagawa Art Museum, il Kasai Rinkai Park Visitor Center, il Kyoto National Museum e il Suzuki Daisetsu Museum.

Attualmente il maestro Taniguchi è impegnato nella ricostruzione dell’Hotel Okura - costruito negli anni sessanta dal padre Yoshirō che si era rifatto ai canoni occidentali pur mantenendo tratti distintivi dell’estetica giapponese - e nella progettazione del “Ginza 6-chome”, riqualificazione di due isolati dell’elegante quartiere di Ginza che prevede la realizzazione del più grande e raffinato edificio polifunzionale mai realizzato in Giappone. 

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