Ripavimentazione #1: solo maquillage o occasione per migliorie termoacustiche?

Nell'affrontare una miglioria estetica, si dimentica a volte che il momento è propizio per ottenere migliorie tecnologiche. Gli interventi tesi a riqualificare l'unità immobiliare (dal punto di vista termico, acustico, sismico), anche quando non imposti dalle norme in vigore, permettono tra l'altro interessanti vantaggi economici grazie ai bonus fiscali, all'ottenimento di certificazioni energetiche ed acustiche, all'incremento del risparmio energetico e del valore dell'unità immobiliare oggetto di restauro. 

Corrado Borghi, titolare di Domotech srl operante nel settore dei prodotti e delle tecnologie per l’edilizia e, da ultimo, direttore commerciale Italia di Edilteco SpA. 

Copre, tra gli altri, i seguenti incarichi: membro CDA ANIT (Associazione Nazionale per l’Isolamento); membro in UNI Working Group U870308 Supporti di pavimenti (massetti); membro della Giunta Direttiva di COMPAVIPER (Associazione Nazionale Pavimentazioni Continue); membro del tavolo di lavoro “Realizzazione Normativa sulla Qualificazione degli Addetti alla posa di materiali a base cementizia” di ASSIMP ITALIA (Associazione delle Imprese di Impermeabilizzazione Italiane); membro del Comitato Tecnico 201 “Isolanti e Isolamento Termico-materiali” in ambito del C.T.I. (comitato Termotecnico Italiano).


Migliorie in edilizia: potenziale e freni inibitori

Il concetto tradizionale legato agli interventi di manutenzione e miglioria degli immobili è quello di operazioni:

  • invasive,
  • di lunga gestione,
  • che compromettono la fruibilità degli ambienti interessati sino ad opere concluse,
  • che generano disagi anche all’ambiente circostante (qualora si operi in unità immobiliari multiple),
  • con alti costi.

Tutte motivazioni costituenti veri freni psicologici ed operativi allo sviluppo massivo del mercato della “miglioria”, tanto che, generalmente, si interviene solo in caso di manutenzioni irrinunciabili o per cambio di proprietà dell’unità immobiliare.

Se valutiamo questo paradigma in relazione alla stagnazione delle nuove costruzioni, risulta evidente che la diffusione di tecnologie che limitino, o addirittura eliminino, le controindicazioni citate in apertura avrebbe come positiva conseguenza un’espansione del mercato, in termini di volumi e fatturato, in funzione di quelle che mi piace definire “migliorie dell’ambiente abitato”. I dati svelano inoltre che il 63% del patrimonio edilizio del nostro Paese è costituito da immobili edificati tra il 1946 ed il 1991. Pur epurando il dato in funzione di edifici già ristrutturati o sui quali non è possibile, per svariati motivi, intervenire, abbiamo sempre e comunque un imponente parco potenziale a cui rivolgerci per le “nostre migliorie”.

Rifacimento delle pavimentazioni

Per l’ambito che andiamo a trattare in questa prima parte della rubrica, ovvero le pavimentazioni, ogni intervento non può prescindere da un aspetto estetico, decorativo e di arredo: pertanto soggetto, in prima battuta, all’ ”appeal sensoriale” che il materiale scelto per il rifacimento della superficie esercita sul committente/padrone di casa. Spesso, però, nell’affrontare una miglioria estetica, si dimentica il momento è assolutamente propizio per ottenere migliorie nella “vivibilità e sicurezza” degli ambienti.

Nel momento in cui si decide di rinnovare il pavimento si può, infatti:

  1. valutare interventi collaterali tesi a riqualificare, anche tecnicamente (termica, acustica, sismica) l’unità immobiliare. Questi aspetti, oltre che etici, quando non imposti dalle norme in vigore, costituiscono importanti aree di redditività (vedi bonus, classificazioni energetiche ed acustiche, risparmi energetici, valore dell’unità immobiliare);
  2. avvalersi della consulenza di tecnici/progettisti con una preparazione adeguata allo stato dell’arte, sia per gli aspetti normativi sia per quelli tecnologici;
  3. affidare la realizzazione a maestranze di comprovata professionalità e capacità: a questo proposito va fatto notare come attualmente sia possibile rintracciare aziende di posa qualificate attraverso i siti delle Associazioni di categoria (es. Assoposa - www.assoposa.it – o Conpaviper - www.conpaviper.org - ).

Inoltre, nel momento della scelta dei materiali, sarà bene sapere che il decreto legislativo 106/2017, pubblicato in Gazzetta, adegua la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n.305/2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione abrogando la direttiva 89/106/CEE. Pertanto, dal 9 agosto 2017, è prevista responsabilità penale diretta per il Fornitore, il Costruttore, il Progettista, Direttore Lavori, Direttore dell'Esecuzione o Collaudatore che utilizzino prodotti non conformi.

Relativamente all’acustica e specificatamente ai rumori da calpestio, è bene far notare che un sistema pavimento ben progettato ed eseguito in questo senso, non solo eviterà la trasmissione di rumori agli ambienti sottostanti, ma eliminerà/attenuerà, anche:

  • i rumori da calpestio trasmessi trasversalmente sullo stesso piano attraverso il solaio (quindi ambienti facenti parte della stessa unità immobiliare);
  • i rumori impattivi riflessi all’interno dello stesso ambiente.